Quartiere Brick, Slovenia / Dekleva Gregorič Architects

Come stabilire una chiara identità spaziale, materiale e sociale del quartiere? Questa domanda è stata il principio di base nello sviluppo del design degli oggetti e del loro ambiente in termini di connessione più profonda dei futuri residenti con il loro ambiente di vita.

Il concetto di erosione 3D nasce dalla critica del masterplan esistente con volumi generici in termini di dimensioni e altezza e la loro posizione arbitraria. Questo concetto di sottostrutturazione del volume trova ulteriore riscontro nell’espressione materica: l’involucro iniziale è definito con lo strato in laterizio ei ritagli con balconi in intonaco.

La scelta del mattone come materiale preliminare deriva dalla memoria della fornace che un tempo si trovava in loco. Inoltre i mattoni forniscono un’opportunità come mezzo espressivo per un’ulteriore microstrutturazione della superficie della facciata. La manipolazione materiale consente un’identità unica, quindi significativa per la comunità futura.
È stato sviluppato un chiaro approccio sistematico all’organizzazione di 185 alloggi per consentire una serie di 17 diversi tipi di appartamenti differenziati in termini di dimensioni e disposizione interna al fine di soddisfare le diverse esigenze dei futuri residenti. La posizione della struttura, l’installazione e l’organizzazione interna degli appartamenti con la striscia di servizio della dorsale consente la flessibilità interna: il diverso insieme di distribuzione delle stanze sia come un grande spazio unificato o come un insieme di stanze più piccole. Il sistema consente l’unione di appartamenti più piccoli o la separazione di unità più grandi, prima, durante e dopo la costruzione.

Le comunicazioni sono naturalmente illuminate da due lati, in questo modo un corridoio diventa un luogo di incontro. L’interazione sociale è migliorata posizionando uno spazio comune condiviso sopra l’ingresso di ogni edificio. Offrono la possibilità per feste di compleanno, parchi giochi al coperto per i mesi invernali, palestra o qualsiasi altra attività.

Sulle vetrate degli spazi comuni sono scritte poesie di poeti sloveni. Ogni spazio comune, ogni comunità residenziale è arricchito letterariamente dal poeta prescelto. Questo aggiornamento contestuale e semantico dell’architettura consente al residente un’identificazione extra con il suo ambiente di vita e allo stesso tempo arricchisce la consapevolezza culturale degli abitanti. “Viviamo a Tone Pavček, accanto all’ingresso di Prešeren.”