Il RIBA è Un Club Di Vecchi Ragazzi Razzisti E Sessisti?

A seguito di accuse di razzismo istituzionale, chiediamo agli architetti se il Royal Institute of British Architects sia davvero un’organizzazione antiquata con valori di un’epoca passata

Il Royal Institute of British Architects. Il nome da solo evoca papillon occhialuto che indossano vecchi seduti nel loro sontuoso club di Portland Place, congratulandosi a vicenda per i loro ultimi carbonchi di cemento. Le accuse secondo cui si tratta di un club per ragazzi razzisti e sessisti – come ha affermato la scorsa settimana Elsie Owusu, candidata contrastata per una posizione nel consiglio – non sono state una sorpresa. Ovviamente è. È il RIBA. Il suo quartier generale non potrebbe sembrare più simile a un tempio massonico se ci provassero.

Solo che il cliché non corrisponde del tutto alla realtà di ciò che si nasconde dietro quelle grandi porte di bronzo. L’Istituto ha una presidentessa donna, e ha avuto tre donne nel ruolo quasi consecutivamente, una delle quali ha dipinto l’ufficio del presidente in un lampante color ciliegia. Ha un amministratore delegato apertamente gay. Gestisce schemi di tutoraggio sulla diversità, programmi di uguaglianza e inclusione e un progetto Role Models che, afferma il suo iniziatore Jo Bostock, “intende sfidare gli stereotipi su chi sono gli architetti, il background da cui provengono e il lavoro che svolgono”. Se seguissi le iniziative del RIBA per l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione, vedresti che, almeno sulla carta, sta provando duramente.